Data4 e il futuro ibrido dell’IT

I data center privati sono affidabili ma costosi da implementare e mantenere. Il cloud pubblico, dal canto suo, garantisce notevoli risparmi nelle spese d’esercizio, tuttavia può offrire il fianco a problemi di sicurezza. L’Hybrid IT e la co-locazione sembrano essere la combinazione ideale tra affidabilità, scalabilità ed economia. Parola di Data4
Il mondo dell’IT non evolve solo tecnologicamente. Accanto a questa crescita ce n’è un’altra che potremmo definire sociologica – o socio-tecnologica, come forse è meglio dire – e che riguarda le relazioni tra le aziende che operano in questo settore, i cloud provider e i fornitori di data center; i due processi di cambiamento sono inscindibilmente legati.
Di questo e altro si è parlato nel corso di una conferenza tenuta da Data4 a Milano lo scorso 1 febbraio. Oltre a presentare i successi aziendali raggiunti nel 2016 (+40% di potenza elettrica venduta, raddoppio del numero dei clienti, forte accelerazione nella produzione di data center, eccetera), la società francese ha reso noti i risultati di uno studio commissionato a Data Center Dynamics Intelligence (DCD Intelligence), una società specializzata in analisi nel settore dei data center.
Condotto fra il 2014 e il 2016, lo studio ha preso in esame 2000 CIO (Chief Information Officer) e 500 cloud provider di 15 paesi europei. Obiettivo dello studio è comprendere l’evoluzione del ruolo dei data center in co-locazione, effettuare una comparazione tra le offerte dei data center di diversi paesi europei e valutare le conseguenze della normativa europea sul mercato della “colocation”.

quadri elettrici all’interno di un data center Data4. Tra potenza elettrica e servizi digitali offerti esiste una stretta relazione: nel 2016 il gruppo francese ha venduto 10,2 MW
di potenza elettrica, corrispondenti a poco meno di 3000 servizi digitali.
L’IMPRESA COME “APP EVOLUTIVA”
La crescita del traffico dati, l’aumento della mobilità e le interazioni con i clienti sono tali che, secondo Data4, le imprese che operano nell’IT «devono considerarsi come vere e proprie “app evolutive” in grado di reinventarsi continuamente e di mantenere un dialogo costante con il proprio ecosistema».
Dal canto loro i CIO (Chief Information Officer), che di queste imprese sono i manager responsabili per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, devono possedere grandi capacità di adattamento, reattività e proattività: hanno infatti l’arduo compito di integrare in un unico sistema coerente le piattaforme fisiche che non possono essere esportate su cloud, il cloud privato e i servizi offerti dal cloud pubblico.

Secondo Olivier Micheli, CEO di Data4 (nella foto), nei prossimi due anni il gruppo francese continuerà a crescere al ritmo di un nuovo data center ogni 6 mesi.
Il modo migliore per ottenere tale integrazione, secondo il gruppo francese, è la cosiddetta informatica ibrida o Hybrid IT, cioè l’impiego combinato di risorse e servizi IT interni e di altri forniti da provider esterni: Data4 definisce l’Hybrid IT come «il Graal dei CIO»; il 77% dei Chief Information Officer intervistati per lo studio di DCD Intelligence pensa di farvi ricorso.
IL FUTURO DEI DATA CENTER
In effetti il futuro dei data center sembra essere proprio nella colocazione e nell’impiego di risorse condivise. Il numero dei data center privati, cioè di proprietà delle aziende che li utilizzano, si sta riducendo a favore dei centri in colocation. Si calcola che il parco informatico esistente in Europa stia migrando verso la co-locazione a un tasso annuo del 2,4%; la migrazione dovrebbe concludersi nel 2020, ma già oggi l’80% delle risorse IT dei paesi del nord Europa viene ospitato in colocation, contro il 40% e il 30% (rispettivamente) delle pur evolute Francia e Germania.

Il futuro dei data center va sempre di più verso la co-location e l’Hybrid IT, che garantiscono la sicurezza dei data center privati e nello stesso tempo la scalabilità e le economie d’esercizio del cloud pubblico.
Si prevede inoltre che fra il 2016 e il 2020 l’investimento per la co-locazione aumenterà del 13,6% annuo, cioè sei volte in più di quanto si investirà nei data center privati. Questi ultimi, secondo Data4, sarebbero affetti da carenze quali l’assenza di reti specializzate e l’incapacità di operare secondo le logiche dell’informatica distribuita.
Del resto anche il cloud pubblico ha i suoi punti deboli: se da una parte è la soluzione ideale per sgravare l’azienda dai costi di implementazione ed esercizio di un data center privato, dall’altra offre minori garanzie di sicurezza e soffre di carenze in campo normativo e legislativo. L’Hybrid IT, dunque, sembrerebbe la soluzione migliore, il giusto mezzo tra la sicurezza dei data center privati e la scalabilità e l’economia di esercizio del cloud pubblico. Non a caso il 66% delle aziende e dei CIO che vi fanno ricorso si ritiene più che soddisfatto della scelta fatta. Anche nell’Information Technology, insomma, il futuro è sempre più ibrido.
INFO Data 4 Group – Tel. +33 (0)1 5.35.74.691 – www.data4group.com