ILC: contro la droga c’è la tecnologia
Un’installazione interattiva con un “acquario di cervelli” anima l’ingresso del locale ILC, il locale contro le droghe inaugurato lunedì 10 novembre a Montichiari (BS).
ILC / I Love Cocaine è il primo locale che si schiera contro le dipendenze e le mafie, aperto lunedì 10 novembre a Montichiari e caratterizzato da un forte contenuto di design e tecnologia, a partire dall’installazione interattiva che ospita al proprio ingresso. Il ristopub, creato dall’imprenditore bresciano Mino Dal Dosso e concepito dal designer Ermanno Preti come un cervello con le sue sinapsi, offre al suo pubblico un’esperienza interattiva sviluppata per ambiente iOS, che il progettista ha ideato e realizzato in esclusiva per ILC a partire da un’apposita applicazione. Grazie ad essa, i visitatori del locale possono proiettare su una vasta parete i propri cervelli fluttuanti – più precisamente, l’interpretazione che vogliono dare del proprio cervello – e interagire con la proiezione animata a più livelli, semplicemente avvicinandosi o sfiorando dei sensori.
Il percorso interattivo
Ogni spettatore che entra nell’area dell’installazione personalizza e colora un cervello stilizzato, riprodotto su carta, e introduce il foglio in una struttura con iPad incorporato. Questo, poi, acquisisce, perfeziona ed elabora l’immagine creativa, che viene proiettata a parete da due proiettori NEC M352WS ad ottica corta, collegati in edge blending. Il disegno di ogni spettatore, reso fluorescente dall’app, entra così a far parte dell’installazione, interagendo con i disegni proiettati da altri utenti, su uno sfondo marino notturno e in un moto casuale e continuo, come di pesci e meduse in un acquario misterioso. Grazie a un sistema di telecamere dotate di sensori, le stesse utilizzate nella videosorveglianza (camere Axis M-3400-v HDTV collegate a switch Netgear POE per la rilevazione del movimento degli utenti), il visitatore, avvicinandosi all’installazione, vede i cervelli passare da uno stato di quiete a uno di moto, sempre più frenetico. C’è poi un secondo livello di mutazione dello spazio virtuale. Se il visitatore vorrà “nutrire“ i cervelli con sostanze chimiche, sfiorando un contenitore virtuale di “droghe” darà loro un pasto finale: l’input definitivo che ne causa il collasso. Il locale, con 200 posti a sedere, di sera è un container artistico non convenzionale che miscela musica, installazioni ed enogastronomia di qualità: come la focaccia, preparata con lievito madre e farina Petra 9 di Molino Quaglia, e la Birra Baladin di Teo Musso. Di mattina, lo spazio si apre a incontri con le scuole.
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