Finali di potenza: evoluzione continua

Finali di potenza: evoluzione continua

I finali di potenza continuano a funzionare sullo stesso principio di sempre, si dice. Il che è sicuramente vero. Tuttavia anche in questo settore dell’elettronica si registrano enormi progressi tecnologici, al punto che viene da chiedersi se questi dispositivi non stiano cambiando natura

ampli1

Chi per un motivo qualsivoglia – età non più giovanissima, idiosincrasia, scarsa attitudine per la materia o che altro – non si trovi a proprio agio con la tecnologia digitale può tirare un sospiro di sollievo: in questo servizio si parlerà soprattutto di elettronica analogica, e nella fattispecie di amplificatori di potenza a 2 canali per impieghi studio e live. Il principio dell’amplificazione di potenza, com’è noto, è rimasto pressoché invariato: da quando Lee De Forest nel 1909 inventò il triodo fino ai nostri giorni, passando per il leggendario Williamson del 1947, l’amplificatore è rimasto in sostanza un circuito in grado di amplificare il segnale sia in tensione (V) sia in corrente (I), operazione che produce per l’appunto l’amplificazione di potenza. Anche gli amplificatori switching, non del tutto propriamente detti “digitali”, funzionano in definitiva sullo stesso principio: è vero che il segnale audio viene campionato, spezzettato in valori di tensione discreti e poi ricostruito da un filtro passa-basso, e in tal senso questi amplificatori somigliano ai convertitori DA/AD; ma è altrettanto vero che l’incremento di potenza viene ottenuto sempre in base al vecchio principio dell’elettronica analogica (V x I = W), non per mezzo di chissà quali algoritmi o calcoli matematici. Quando detto non deve tuttavia far pensare che gli amplificatori siano dei dinosauri incapaci di evoluzione e miglioramento. È vero il contrario: il progresso tecnologico si fa sentire anche qui, e in maniera così rilevante da far registrare cambiamenti profondi nella struttura e forse anche nella natura degli amplificatori di potenza; ci sono gli estremi per parlare di una metamorfosi in atto, come vedremo.

ART SLA-2, VERSATILITÀ IN FORMATO 19”/1U

Il primo finale a essere preso in esame, dal momento che procederemo in ordine alfabetico, è l’ART SLA-2 (Studio Linear Amplifier), versatile e compatto amplificatore in formato rack 19” da 1U concepito per essere utilizzato in studio o in applicazioni commerciali (prezzo al pubblico 499,00 euro). La potenza nominale è di 2 x 200 watt su 8 ohm e di 2 x 280 watt su 4 ohm; nella configurazione bridge si raggiungono i 560 watt su 8 ohm. L’affidabilità dello SLA-2 è garantita da un trasformatore toroidale sovradimensionato e dal sistema di raffreddamento SmartFan, la cui ventola cambia velocità in funzione della temperatura interna. Sul pannello anteriore dell’amplificatore sono presenti due attenuatori potenziometrici (da -∞ a 0 dB), uno per canale, che consentono tarature molto accurate.

L’ART (Applied Research and Technology) SLA-2, finale in formato rack 19” da 1U accreditato di 2 x 200 watt su 8 ohm. Si riconoscono le prese d’aria anteriori del sistema di raffreddamento SmartFan, la cui ventola cambia velocità in funzione della temperatura interna; un toroidale di alimentazione generosamente dimensionato contribuisce all’affidabilità dell’amplificatore.

I potenziometri sono dotati di un dispositivo per il blocco corsa che può rivelarsi assai utile in determinate applicazioni: nel settore commerciale, per esempio, dove è preferibile impostare un guadagno fisso sull’amplificatore e poi regolare il volume tramite il controllo di livello della sorgente o del preamplificatore. Per far questo è sufficiente ruotare gli attenuatori dello SLA-2 fino al livello desiderato, premerli per bloccarne la corsa e poi proteggere il tutto con il Security Cover Plate fornito in dotazione, un pannello in metallo che impedisce al personale non autorizzato di accedere ai potenziometri; il Security Cover Plate è dotato di fori e finestre che consentono per il resto una piena operatività, dall’uso dell’interruttore on/off al controllo dei led che segnalano la presenza del segnale, i clipping e l’intervento delle protezioni.

Ti piace questo articolo? Leggilo intero su System Integrator Magazine #04!

La versatilità dell’ART SLA-2 è anche merito della varietà di connettori di cui l’amplificatore è dotato: gli ingressi di segnale sono presenti nei formati XLR bilanciati, jack da ¼ di pollice utilizzabili in configurazione bilanciata o sbilanciata e strip Euro-Block; questi connettori possono essere utilizzati anche per connettere in parallelo un secondo amplificatore, collegando per esempio un cavo XLR all’ingresso del canale 1 e utilizzando il jack o l’Euro-Block dello stesso canale per realizzare il link. Utilissimo lo switch ground/lift, che scollega la massa audio dal telaio per eliminare i ground loop.

DATASAT RA2400, IL SUONO DEL SILENZIO

La Datasat parla del suo RA2400 (11.577,80 euro), il secondo finale in esame, come «di uno dei più silenziosi amplificatori disponibili sul mercato». Le specifiche del costruttore parlano di un rapporto S/N, riferito alla piena potenza, superiore a 127 dB. Simili prestazioni si spiegano in primo luogo con la struttura differenziale (“fully balanced”) dell’amplificatore, che raddoppia la velocità (slew rate) e riduce del 50% il rumore intrinseco. Poi con l’adozione di soluzioni circuitali intelligenti, come gli stadi di ingresso a cascode e i due sensori termici, uno per canale, che mantengono la velocità delle ventole di raffreddamento più bassa possibile, così da ridurre il soffio e i rumori meccanici; a questo occorre aggiungere l’alimentazione stabilizzata degli stadi di ingresso, ottenuta mediante sette regolatori di tensione indipendenti.

Un’immagine del Datasat RA2400, qui in versione black (la versione silver è visibile nella foto di apertura). Si tratta di un finale dual mono da 2 x 400 watt su 8 ohm (2 x 800 watt su 4 ohm) con struttura bilanciata, stadi d’ingresso a cascode e capacità di livellamento frazionata (40 x 1000 microfarad per canale), ciò che gli consente di raggiungere un record nel rapporto S/N: oltre 127 dB a piena potenza.

Un’immagine del Datasat RA2400, qui in versione black (la versione silver è visibile nella foto di apertura). Si tratta di un finale dual mono da 2 x 400 watt su 8 ohm (2 x 800 watt su 4 ohm) con struttura bilanciata, stadi d’ingresso a cascode e capacità di livellamento frazionata (40 x 1000 microfarad per canale), ciò che gli consente di raggiungere un record nel rapporto S/N: oltre 127 dB a piena potenza.

 

Accreditato di 2 x 400 watt su 8 ohm e di 2 x 800 watt su 4 ohm, l’RA2400 è un finale dual mono dotato di banchi di livellamento costituiti da 40 elettrolitici da 1000 microfarad per canale, collocati a breve distanza dagli stadi finali; questi ultimi sono costituiti da 20 transistor per canale. Progettato per mantenere un ottimale punto di bias indipendentemente dalla temperatura, l’RA2400 è privo di limitatori termici e di corrente; persino il fusibile di protezione è stato sostituito con un breaker magnetico. L’RA2400 è concepito come partner del Datasat RS20i; si spiega così la presenza, sul pannello posteriore, di due connettori DB-25 con “pass-trough” e selettore canali, che garantiscono la miglior interfaccia con il processore; l’amplificatore dispone ovviamente anche di connettori XLR, ciò che consente di collegarvi qualsivoglia sorgente o apparecchiatura di segnale con uscite bilanciate. Non mancano il connettore esterno per i collegamenti di massa a stella e l’ingresso trigger che consente di attivare l’RA2400 automaticamente quando si dà tensione ad altri componenti del sistema.