Risco Group: “la videosorveglianza è il segmento trainante del settore sicurezza”
Secondo un’indagine di mercato condotta da Risco Group ai propri installatori, nell’ultimo anno è aumentata sensibilmente la richiesta di impianti di videosorveglianza.
Nell’ultimo anno più di metà degli installatori registra un aumento nelle richieste di impianti video: l’indagine condotta da Risco Group conferma il trend positivo del mercato e mostra ulteriori prospettive di crescita legate all’integrazione di innovazioni tecnologiche, che indirizzano le abitudini in evoluzione dei consumatori
Oltre metà dei professionisti della sicurezza (56%) ha registrato negli ultimi dodici mesi un deciso aumento nella richiesta di soluzioni video: è questo il dato principale emerso dell’indagine di mercato focalizzata sulle soluzioni di videosorveglianza e video verifica rivolta agli installatori da Risco Group, azienda indipendente leader a livello globale nel settore della sicurezza e specializzata nello sviluppo di soluzioni di sicurezza integrate. Quello della sicurezza è un comparto in crescita – come conferma il rapporto promulgato da ANIE Sicurezza lo scorso novembre – che segna +5% e arriva nel 2017 a raggiungere i 2,5 miliardi di euro. Uno dei fattori trainanti, in linea con l’indagine condotta da Risco, è certamente quello degli impianti di videosorveglianza, che registrano una crescita a doppia cifra (+10%), grazie anche alle evoluzioni abilitate dalla tecnologia negli ultimi anni.
Alla luce dei segnali positivi lanciati dal mercato, l’azienda israeliana ha voluto approfondire attraverso il confronto con i propri installatori i trend relativi alle soluzioni video, nonché investigarne la conoscenza e la percezione da parte degli utenti finali. Se la videosorveglianza si conferma ormai essere entrata a far parte delle soluzioni più conosciute e richieste dai clienti (64%), la percentuale è più che dimezzata (27%) quando si parla di soluzioni di video verifica.
Sebbene il cliente finale risulti quindi poco consapevole delle funzionalità e delle avanzate opportunità offerte dalla video verifica, questa viene progressivamente proposta dagli installatori con una maggiore incidenza (75%) rispetto alla videosorveglianza (50%). Infatti, conoscendone ampiamente le caratteristiche tecniche, i professionisti della sicurezza la ritengono maggiormente in linea con le esigenze emergenti, i nuovi stili di vita e le abitudini quotidiane che vedono le persone sempre più avvezzi alla tecnologia e alla mobilità, e soprattutto per andare incontro alla richiesta crescente di avere sempre sotto controllo in tempo reale ciò che ci sta a cuore, casa compresa.
La soluzione Risco VUpoint consente, infatti, di ricevere – in caso di un evento che fa attivare l’allarme- clip video o immagini per verificare l’origine del problema e poter decidere di segnalare prontamente la situazione alle forze dell’ordine; è inoltre possibile richiedere immagini in tempo reale – in qualsiasi momento e ovunque ci si trovi – su richiesta (se ad esempio si vuole verificare il rientro dei propri figli da scuola, o il comportamento del proprio animale domestico rimasto solo a casa durante una giornata di lavoro). Anche nel caso in cui non ci sia nessun allarme reale, la video verifica on-demand garantisce agli utenti maggiore tranquillità sullo stato della propria abitazione.
La video verifica e videosorveglianza permettono entrambe di verificare on-demand la situazione nella proprietà, ma solo la video verifica permette all’utente di ricevere una notifica di allarme e quindi di prendere decisioni tempestive. Al contrario, la videosorveglianza non offre questa possibilità, anche se permette di prendere visione a posteriori di quanto è stato registrato.
Lo scoglio principale all’adozione di soluzioni video sembra essere il costo (63%), seguito dalla poca dimestichezza con dispositivi abilitati (21%). Interessante, tuttavia, notare la preoccupazione e la diffidenza diffusa tra gli utenti italiani (9%) per quanto riguarda l’aspetto della privacy. Tema questo quanto mai attuale per la normativa GDPR recentemente entrata in vigore che interessa anche i dispositivi di videosorveglianza e che prevede, in alcuni casi, una specifica dichiarazione in merito. L’indagine ha però evidenziato che solo un installatore su quattro conosce effettivamente la normativa e si sente di poter consigliare i propri clienti in merito, mentre più di metà (60%) confessa di non conoscere le situazioni in cui è necessario dichiarare la presenza di dispositivi video.
“Abbiamo deciso di coinvolgere i nostri installatori in un’indagine su un tema significativo e particolarmente attuale per il comparto della sicurezza. In Risco Group riteniamo infatti fondamentale avere un dialogo costante con chi ogni giorno lavora con i consumatori e con le nostre soluzioni, per aiutarci a cogliere, e quando possibile anche anticipare, le evoluzioni del mercato. Il nostro vuole essere un dialogo a due vie, in cui Risco si impegna ad offrire ai professionisti della sicurezza un percorso continuativo di attività di formazione, per fargli toccare con mano le nuove tecnologie che sviluppiamo ma anche per confrontarci su temi di interesse per l’intero mercato, come quello del GDPR,” ha dichiarato Ivan Castellan (foto), Branch Manager di Risco Group Italia. “L’indagine ha messo in evidenza come una percentuale ancora molto alta di professionisti non abbia dimestichezza con il tema privacy. Varie sono state le attività formative già realizzate nel 2018 in questo senso, come per esempio 15 tappe di un roadshow organizzato insieme a Ethos Academy, e agli Avv. Roberta Rapicavoli e Marco Soffientini, che hanno voluto offrire strumenti concreti di supporto all’attività quotidiana degli installatori” ha concluso Castellan.