Indagine Epson: la tecnologia fa ancora paura

Una ricerca di Epson* evidenzia che l’85% delle imprese europee ritiene che le nuove tecnologie forniscano un vantaggio competitivo, ma la metà non le implementa per timore dei fallimenti.
I due terzi delle imprese europee non sfruttano le opportunità competitive offerte dall’implementazione delle nuove tecnologie, quando una migliore efficienza permetterebbe di ottenere un aumento medio di produttività pari al 21% . Questi risultati rafforzano l’impegno di Epson a sviluppare tecnologie innovative.
L’85% delle imprese europee (il 91% di quelle italiane) intervistate in una ricerca condotta da Epson ritiene che la rapida implementazione di nuove tecnologie sia un vantaggio competitivo, ma solo un terzo del campione è pronto a farlo e a investire in anticipo rispetto alla concorrenza. La metà delle società interpellate invece afferma di non sfruttare i vantaggi delle tecnologie per “paura di fallire”, e cita come principali ostacoli agli investimenti il supporto interno insufficiente (63%) e la mancanza di fondi (65%).
L’adozione di nuove tecnologie produrrebbe un guadagno di produttività del 21%
Dalla ricerca emerge inoltre che, con l’implementazione di tecnologie aggiornate, le aziende europee ritengono di poter ottenere un guadagno di produttività del 21%, rafforzando così la convinzione di Epson nel valore che hanno le tecnologie innovative per il business. Da una posizione di mercato di primo piano, acquisita con i propri prodotti industriali e consumer, tra cui stampanti e videoproiettori, l’azienda giapponese ha concentrato la sua attenzione sul mercato business ed è divenuta un partner strategico per le aziende che necessitano di una consulenza sulle nuove tecnologie, oltre che una società che crea prodotti progettati per migliorare l’efficienza aziendale.
“Le imprese europee – afferma Davide di Scioscio, Business Manager per i prodotti Office di Epson Italia – hanno l’opportunità di essere lungimiranti e agire in maniera strategica investendo per migliorare creatività, produttività ed efficienza complessiva della loro attività. Spesso i ritorni commerciali possono essere significativi, ma comprendiamo bene le barriere che incontrano e le ragioni per le quali esitano. La mancanza di supporto interno e il timore dei fallimenti sono preoccupazioni comuni; però con un attento esame delle esigenze di business, l’identificazione delle opportunità di miglioramento e l’analisi delle specifiche di prodotto, queste preoccupazioni possono essere dissipate per arrivare a cogliere i benefici dell’innovazione.”
“Nell’attuale ambiente competitivo – continua di Scioscio – gli investimenti nelle tecnologie intelligenti – sia di tipo più tradizionale come stampanti o videoproiettori, o più high-tech, come un dispositivo indossabile – non devono essere trascurati. Non vi sono ricette codificate per le imprese che cercano di aumentare l’efficienza, ma con gli evidenti benefici che si possono ottenere, è importante comprendere meglio i miglioramenti di efficienza e produttività che le nuove tecnologie possono offrire.”
È arrivato il tempo di agire
Uno schiacciante 88% delle imprese europee contattate (ben il 93% in Italia) ha convenuto che, dopo un periodo di assestamento, la tecnologia migliora la produttività. La domanda su quanto lungo sia questo periodo ha visto risposte molto differenti tra i Paesi e i settori esplorati: italiani e tedeschi ritengono di essere in grado di vedere miglioramenti dopo sole 12 settimane dall’introduzione di una nuova tecnologia, mentre i francesi, ultimi della classifica, indicano una media di 4 mesi e mezzo.
Davide di Scioscio conclude affermando: “In questo periodo dell’anno, quando i budget 2015 sono in fase di discussione e assegnazione, le imprese europee devono considerare attentamente come vengono spesi strategicamente i loro budget IT. Il ritorno sugli investimenti in termini di maggiore efficienza e incremento di produttività dovrebbe essere una priorità per coloro che desiderano mantenere un vantaggio competitivo.”
Note *
La ricerca è stata condotta online dal team Strategy Consulting & Research di FTI Consulting dal 10 al 17 settembre 2014, contattando nella loro lingua madre quasi 6 mila “colletti bianchi” di cinque Paesi: Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna.